Paolo Baratella – Catalogo 2° Esposizione Presepe d’Autore – Chiesa di San Rocco – Alessandria 2003

Narciso “Garcia” Bonomi e Mario Borgese Pittori

Stupire, estraniazione, sospensione del tempo, queste in sintesi le sospensioni in cui si trova lo sguardo ( della mente e dello spirito) quando arriva al cospetto di di questo presepe d’autore, o meglio di autori: Narciso “Garcia” Bonomi e Mario Borgese, artisti di conclamata notorietà,  Carpigiano/Milanese/Tortonese    l’uno e Milanese l’altro.
Lo stupore che nasce dall’eccezionalità dell’evento, la nascita dell’uomo redentore che darà un corso nuovo alla storia dell’umanità, che ha ha ispirato lo sguardo stupito dell’arte fin dalle sue prime rappresentazioni, è qui, in questo allestimento a quattro mani, ancora una volta capace di emanare quel “sublime” che l’immaginazione sola sa elaborare e dare, rendendo, appunto, il nostro sguardo, come dire, sgranato al cospetto del meraviglioso, dell’inaudito, del non mai visto.
La capacità di Bonomi e Borgese di suscitare questo sentimento è potente, ed è segno della loro indiscutibile maestria. Vediamo queste sagome di angeli dipinti, che crediamo di aver già incontrato, ma sono tutto reinventati, e le varie situazioni di rappresentazione pittorica delle presenze attorno al sacro, in una ambientazione terrestre e magica, reale e surreale, che, appunto, ci convocano attorno alla straordinarietà dell’evento.. L’estraniazione risulta sempre essere evidente. Gli autori ci accompagnano per mano fuori dalla nostra dimensione quotidiana, in uno spazio del tutto immaginario e visionario, 8 quasi lo spazio del sogno ) che costituisce il viaggio che tutti vorremmo compiere oltre i confini del nostro “ esser qui “, lo spazio “ dell’altrove “. Quando potremo ritornare da questo incantamento? Dice Merleau-Ponty nell’   “Occhio e lo Spirito “ :  “La visione non è una certa modalità di pensiero o presenza di sé: è il mezzo che mi è dato per essere assente da me stesso, per assistere dall’interno alla fissione dell’ ” Essere “, al termine della quale mi richiudi su di me”. Bonomi e Borgese paiono suggerirci un patto di alleanza con questa altra dimensione, l’estraniazione, che ci consente il passo ulteriore che varca la soglia del tempo. La sospensione del tempo è la diretta conseguenza delle precedenti condizioni; l’arte ha questo potere che è intrinseco a se stessa ed anche estrinseco in quanto si riproduce nel riguardante. E’ il tempo – non tempo della meditazione, dello sguardo che si fa spirituale, estatico ed estetico, sguardo che accarezza le forme rappresentate e ne gode trasmettendo questo godimento allo spirito, il quale mai sazio chiede ancora punti di vista prospettici e non, alla ricerca di un compimento della visione che renda tutto il vedibile visibile, in una sorta di raggiunto stato di perfezione dell’Essere che Aristotele chiama “ Entelechia “.
Questo ho pensato vedendo il progetto del presepe di Bonomi e Borgese i quali hanno voluto accompagnare questo evento nella chiesa di San Rocco, per l’amicizia di Don Massimo Marasini, con una loro piccola mostra di opere recenti.