QL - mercoledì 28 febbraio 1979

Una mostra di Borgese al Ticinese

La galleria d'arte di porta Ticinese nel Corso omonimo n. 67 era nata come momento e circuito alternativo. Nonostante che oggi la situazione sia cambiata, prosegue la sua attività che privilegia le occasioni di comunicazione attorno a iniziative che siano di intervento sui "temi della condizione dell'uomo al di là dei valori estetici.

Il coinvolgimento delle persone è ancora notevole. La gente ha più che mai bisogno di discutere, di chiarirsi le idee, di approfondire gli aspetti e le contraddizioni delle situazioni in cui vive.

Questo è risultato chiaro all'inaugurazione della mostra del compagno Mario Borgese martedì sera. I pannelli dipinti e la palina della segnaletica con annesso recipiente dei rifiuti accostavano in un insieme suggestivo e allusivo un'operazione artistica (i pannelli) ad un oggetto bello e fatto, producendo una situazione di angoscia e denunciando là condizione di frustrazione della vita sociale e individuale nella metropoli del capitale. Gli interventi assai numerosi dei presenti, sia pure diversi (chi affermava la significanza drammatica dell'insieme e chi magari notava le contraddizioni tra i mezzi impiegato ha dato vita a una sona di collettiva presa di coscienza della precarietà e delle contraddizioni oggi. Se uno degli intenti era di trasformare il pubblico da spettatore in attore cosciente e comunicante della propria condizione, esso è stato pienamente raggiunto.

[Claudio Annaratone].